European Resistance Archive/European Resistance Archive (ERA)
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Camillo Marmiroli al lavoro nella sua bottega di artigiano tappezziere fine anni 60 in Viale Piave a Reggio EmiliaCamillo Marmiroli al lavoro nella sua bottega di artigiano tappezziere fine anni 60 in Viale Piave a Reggio Emilia
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Mirko & KiraMirko & Kira
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Assieme alla moglie Costi Lisena (la staffetta partigiana Kira, conosciuta in Cervarezza nel 1944), in vacanza in Liguria nei pressi di Savona nel 1975Assieme alla moglie Costi Lisena (la staffetta partigiana Kira, conosciuta in Cervarezza nel 1944), in vacanza in Liguria nei pressi di Savona nel 1975
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Foto tessera del 1945 a guerra conclusa, risalenti al periodo pre-matrimoniale (celebrato in Comune a Reggio Emilia il 28/07/1945)Foto tessera del 1945 a guerra conclusa, risalenti al periodo pre-matrimoniale (celebrato in Comune a Reggio Emilia il 28/07/1945)
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Mirko,Toni & VolpeMirko,Toni & Volpe
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„Mirko“ insieme ai partigiani „Toni“ Fernando Cavazzini (al centro) e „Volpe“ Francesco Bertacchini presso il Rifugio Battisti vicino al Monte Cusna durante i Sentieri Partigiani nel settembre 2005.„Mirko“ insieme ai partigiani „Toni“ Fernando Cavazzini (al centro) e „Volpe“ Francesco Bertacchini presso il Rifugio Battisti vicino al Monte Cusna durante i Sentieri Partigiani nel settembre 2005.
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Nasce in una famiglia di braccianti socialisti, chiamato Camillo come omaggio a Prampolini. A 19 anni viene sottoposte a torture per la mancata adesione a momenti collettivi fascisti. Dal marzo 1940 è in Jugoslavia con l’esercito italiano, e lì passa quasi tre anni, assistendo alle atrocità commesse dai suoi connazionali. Dopo l’8 settembre 1943 riesce a tornare in Italia assieme a 600 commilitoni, dopo un lungo viaggio. Arrivato a Reggio si nasconde, in quanto “disertore”, e pochi mesi dopo sale in montagna prendendo il nome di Mirko, omaggio a un resistente slavo conosciuto sotto le armi. Subito attivo fra Villa Minozzo e il modenese, partecipa a numerose azioni militari in Appennino, fra cui l’attacco al presidio fascista di Busana e alla battaglia dello Sparavalle del 10 giugno 1944. Nella Resistenza mette a frutto l’esperienza di guerra in Jugoslavia, anche come formatore per i ragazzi più giovani. Concluderà la guerra di liberazione con il grado di vicecomandante della 144 a Brigata Garibaldi.Nasce in una famiglia di braccianti socialisti, chiamato Camillo come omaggio a Prampolini. A 19 anni viene sottoposte a torture per la mancata adesione a momenti collettivi fascisti. Dal marzo 1940 è in Jugoslavia con l’esercito italiano, e lì passa quasi tre anni, assistendo alle atrocità commesse dai suoi connazionali. Dopo l’8 settembre 1943 riesce a tornare in Italia assieme a 600 commilitoni, dopo un lungo viaggio. Arrivato a Reggio si nasconde, in quanto “disertore”, e pochi mesi dopo sale in montagna prendendo il nome di Mirko, omaggio a un resistente slavo conosciuto sotto le armi. Subito attivo fra Villa Minozzo e il modenese, partecipa a numerose azioni militari in Appennino, fra cui l’attacco al presidio fascista di Busana e alla battaglia dello Sparavalle del 10 giugno 1944. Nella Resistenza mette a frutto l’esperienza di guerra in Jugoslavia, anche come formatore per i ragazzi più giovani. Concluderà la guerra di liberazione con il grado di vicecomandante della 144 a Brigata Garibaldi.
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