European Resistance Archive/European Resistance Archive (ERA)

28 Feb from 11:41am to 12:45pm
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  1. Alenka graduated in 1941 and became a painter. She was on vacation in Ljubljana when Germany attacked the Kingdom of Yugoslavia (6 April 1941). The Kingdom of Yugoslavia capitulated 17 days after Germany’s attack and this was a huge disappointment for Alenka. Ljubljana, situated in the Italian occupied zone, was the centre of the resistance movement and headquarters for Partisans. Following the arrest of her father in early 1944, she had to go into underground. After four months in hiding, she left Ljubljana and joined the partisans in the summer of 1944. She worked in the partisans print, with graphics, leaflets, posters and propaganda. She was active as a cultural worker and created scenes for several plays. Alenka married Vito Globočnik, also a Partisan, but lost him soon after the war due to illness. The most beautiful day in her life was the day she returned to a liberated Ljubljana, on 9th May 1945. Alenka worked as a teacher of art up until her retirement, and since then has been painting landscapes.
    Alenka graduated in 1941 and became a painter. She was on vacation in Ljubljana when Germany attacked the Kingdom of Yugoslavia (6 April 1941). The Kingdom of Yugoslavia capitulated 17 days after Germanys attack and this was a huge disappointment for Alenka. Ljubljana, situated in the Italian occupied zone, was the centre of the resistance movement and headquarters for Partisans. Following the arrest of her father in early 1944, she had to go into underground. After four months in hiding, she left Ljubljana and joined the partisans in the summer of 1944. She worked in the partisans print, with graphics, leaflets, posters and propaganda. She was active as a cultural worker and created scenes for several plays. Alenka married Vito Globočnik, also a Partisan, but lost him soon after the war due to illness. The most beautiful day in her life was the day she returned to a liberated Ljubljana, on 9th May 1945. Alenka worked as a teacher of art up until her retirement, and since then has been painting landscapes.
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  2. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò 17 giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò 17 giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  1. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò 17 giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò 17 giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  2. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  1. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato il giorno in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  2. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  1. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  2. Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai Partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
    Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai Partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
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  1. Male, born on 4 July 1925 in Ponikve na Krasu, Slovenia. Already as a child, Ciril Zlobec, as a member of the Slovene minority in Italy, was subjugated to fascist denationalization procedures: he had to attend an Italian school and he was not permitted to speak Slovene in public. He wrote his first poem, expressing his Slovenian civil rights, at the age of 13. In 1941, Zlobec was expelled from the high school located in the small theological seminary in Koper, when he was caught writing poems in Slovene. He became an activist in the Liberation Front of the Slovene Nation in 1942 and at the beginning of the following year he was mobilized to the special battalions (political confinement for young Primorje Slovenians). Upon the fall of Italy in September 1943, he returned home and joined the partisans. He was a fighter, a political delegate, a courier and an informer. He founded Slovene schools throughout the Karst area, he taught, and he gave lectures at the Partisan’s People’s University. Zlobec continued his studies in Ljubljana and graduated as a Slavic scholar. He then worked as a reporter and an editor. He is a poet, a writer and a translator. He served one mandate as the president of the Yugoslavian Writer’s Association. He was elected to the Presidency of the first independent Slovene state at the first multi-party elections in 1990. He is an ordinary member of the Slovene Academy for Arts and Sciences. He has published several collections of poems, two novels and five books of essays and journalisms. 18 of his books are translated into foreign languages. He has received several literary awards at home and abroad.
    Male, born on 4 July 1925 in Ponikve na Krasu, Slovenia. Already as a child, Ciril Zlobec, as a member of the Slovene minority in Italy, was subjugated to fascist denationalization procedures: he had to attend an Italian school and he was not permitted to speak Slovene in public. He wrote his first poem, expressing his Slovenian civil rights, at the age of 13. In 1941, Zlobec was expelled from the high school located in the small theological seminary in Koper, when he was caught writing poems in Slovene. He became an activist in the Liberation Front of the Slovene Nation in 1942 and at the beginning of the following year he was mobilized to the special battalions (political confinement for young Primorje Slovenians). Upon the fall of Italy in September 1943, he returned home and joined the partisans. He was a fighter, a political delegate, a courier and an informer. He founded Slovene schools throughout the Karst area, he taught, and he gave lectures at the Partisans Peoples University. Zlobec continued his studies in Ljubljana and graduated as a Slavic scholar. He then worked as a reporter and an editor. He is a poet, a writer and a translator. He served one mandate as the president of the Yugoslavian Writers Association. He was elected to the Presidency of the first independent Slovene state at the first multi-party elections in 1990. He is an ordinary member of the Slovene Academy for Arts and Sciences. He has published several collections of poems, two novels and five books of essays and journalisms. 18 of his books are translated into foreign languages. He has received several literary awards at home and abroad.
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  2. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni - all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, quando fu sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. Era un combattente, un delegato politico, un corriere e un informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. è stato per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. È stato eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni multipartitiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggi e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -  all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, quando fu sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. Era un combattente, un delegato politico, un corriere e un informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. è stato per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. È stato eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni multipartitiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggi e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  1. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni - all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, quando fu sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. Era un combattente, un delegato politico, un corriere e un informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. è stato per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. È stato eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni multipartitiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggi e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -  all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, quando fu sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. Era un combattente, un delegato politico, un corriere e un informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. è stato per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. È stato eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni multipartitiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggi e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  2. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni - all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -  all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  1. Male, born on 19th of April, 1924 in Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, Catholic. Prior to WWII, Ivan Srčnik was a member of the SKOJ, the association of young communists of Yugoslavia. Following the German occupation of Lower Styria, he was forcibly mobilized in the German Army in 1942 and sent to the Russian front. He was captured by the Red Army in Bakaleja. At the end of December 1943, he left the POW camp at Kolomina and, as a combatant of the Yugoslav battalion, headed towards Yugoslavia. He fought on the Yugoslav front as a member of the Yugoslav resistance movement up to the liberation.
    Male, born on 19th of April, 1924 in Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, Catholic. Prior to WWII, Ivan Srčnik was a member of the SKOJ, the association of young communists of Yugoslavia. Following the German occupation of Lower Styria, he was forcibly mobilized in the German Army in 1942 and sent to the Russian front. He was captured by the Red Army in Bakaleja. At the end of December 1943, he left the POW camp at Kolomina and, as a combatant of the Yugoslav battalion, headed towards Yugoslavia. He fought on the Yugoslav front as a member of the Yugoslav resistance movement up to the liberation.
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  2. Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943 lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto sul fronte jugoslavo come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
    Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943 lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto sul fronte jugoslavo come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
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  1. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni - all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -  all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  2. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  1. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù di sloveni di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  2. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  1. Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943 lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto sul fronte jugoslavo come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
    Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943 lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto sul fronte jugoslavo come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
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  2. Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943, lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto in Jugoslavia al fronte come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
    Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943, lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto in Jugoslavia al fronte come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
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  1. Carlo Porta was born in Gavasseto di Reggio Emilia on May 18, 1919, into a large family of farm workers who followed the socialist ideas of Camillo Prampolini. At the age of sixteen he was already an active member of the Socialist Party, taking part in the International Red Relief by collecting small amounts of money or goods for the Republican fighters in Spain. After being employed as a factory worker at Officine Meccaniche Reggiane, an engineering plant that manufactured armaments during Mussolini’s regime, in 1938 he is called up for military service. While in the Army, authorities find out about his antifascist militancy: he is arrested and imprisoned in Civitavecchia, Regina Coeli (Rome), Reggio Emilia and Castelfranco Emilia. Perfunctorily judged by the Special Tribunal for National Security, he is sentenced to three years’ confinement in the farming penal colony of Pisticci (Matera), in the region of Basilicata. While in confinement, he meets chief figures of the Italian Communist Party, whose teachings would contribute to mould his political beliefs. At the end of the three years of confinement he returns to Reggio Emilia, but a few months later he is called to the Army again and sent to Albania with the Italian occupation forces. He is in Albania on the 8th of September of 1943, the day of the Armistice: captured by the Germans, he is sent to internment camps in Germany in stock wagons. He reaches his first destination after sixteen days and is interned as a IMI (Italian Interned Soldier) in the marshalling camp of Neubrandenburg. His identification number was 108 481. He is freed only two years later, while in the Wickede camp, near Dortmund.
    Carlo Porta was born in Gavasseto di Reggio Emilia on May 18, 1919, into a large family of farm workers who followed the socialist ideas of Camillo Prampolini. At the age of sixteen he was already an active member of the Socialist Party, taking part in the International Red Relief by collecting small amounts of money or goods for the Republican fighters in Spain. After being employed as a factory worker at Officine Meccaniche Reggiane, an engineering plant that manufactured armaments during Mussolinis regime, in 1938 he is called up for military service. While in the Army, authorities find out about his antifascist militancy: he is arrested and imprisoned in Civitavecchia, Regina Coeli (Rome), Reggio Emilia and Castelfranco Emilia. Perfunctorily judged by the Special Tribunal for National Security, he is sentenced to three yearsconfinement in the farming penal colony of Pisticci (Matera), in the region of Basilicata. While in confinement, he meets chief figures of the Italian Communist Party, whose teachings would contribute to mould his political beliefs. At the end of the three years of confinement he returns to Reggio Emilia, but a few months later he is called to the Army again and sent to Albania with the Italian occupation forces. He is in Albania on the 8th of September of 1943, the day of the Armistice: captured by the Germans, he is sent to internment camps in Germany in stock wagons. He reaches his first destination after sixteen days and is interned as a IMI (Italian Interned Soldier) in the marshalling camp of Neubrandenburg. His identification number was 108 481. He is freed only two years later, while in the Wickede camp, near Dortmund.
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  2. Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista, suo padre lo porta presto con sé in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta (la débâcle) del giugno 1940 torna a Nanterre. Al suo ritorno a Nanterre partecipa ad azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Il carattere delle sue attività cambia, entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) ed è responsabile della sicurezza dei compagni che hanno apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra torna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il dipartimento di educazione fisica e infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
    Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista, suo padre lo porta presto con in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta (la débâcle) del giugno 1940 torna a Nanterre. Al suo ritorno a Nanterre partecipa ad azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Il carattere delle sue attività cambia, entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) ed è responsabile della sicurezza dei compagni che hanno apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra torna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il dipartimento di educazione fisica e infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
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  1. Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista, suo padre lo porta presto con sé in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta (la débâcle) del giugno 1940 torna a Nanterre. Al suo ritorno a Nanterre partecipa ad azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Il carattere delle sue attività cambia, entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) ed è responsabile della sicurezza dei compagni che hanno apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra torna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il dipartimento di educazione fisica e infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
    Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista, suo padre lo porta presto con in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta (la débâcle) del giugno 1940 torna a Nanterre. Al suo ritorno a Nanterre partecipa ad azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Il carattere delle sue attività cambia, entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) ed è responsabile della sicurezza dei compagni che hanno apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra torna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il dipartimento di educazione fisica e infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
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  2. Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista e il padre lo porta presto con sé in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta ("la débâcle") del giugno 1940 torna a Nanterre. Qui partecipa attivamente in azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Ma il carattere delle sue attività muterà quando entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) diventando responsabile della sicurezza dei compagni, attivi in apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra ritorna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il Dipartimento di Educazione Fisica e Infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è Presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
    Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista e il padre lo porta presto con in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta ("la débâcle") del giugno 1940 torna a Nanterre. Qui partecipa attivamente in azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Ma il carattere delle sue attività muterà quando entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) diventando responsabile della sicurezza dei compagni, attivi in apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra ritorna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il Dipartimento di Educazione Fisica e Infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è Presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
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  1. Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  2. Ciril Zlobec è nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
    Ciril Zlobec è nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
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  1. We protected the partisans so much when we were kids; they were our friends and the Germans were our enemies.
    We protected the partisans so much when we were kids; they were our friends and the Germans were our enemies.
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  2. Da bambini proteggevamo i partigiani; erano nostri amici e i tedeschi i nostri nemici.
    Da bambini proteggevamo i partigiani; erano nostri amici e i tedeschi i nostri nemici.
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  1. One said: »I´ll do some collecting.« We used the collected money for the ›Rote Hilfe‹ (political help organ).
    One said: »I´ll do some collectingWe used the collected money for theRote Hilfe‹ (political help organ).
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  2. Uno disse: "farò una colletta". Usammo il danaro raccolto per la ›Rote Hilfe‹ (organo politico di soccorso).
    Uno disse: "farò una colletta". Usammo il danaro raccolto per laRote Hilfe‹ (organo politico di soccorso).
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  1. You would deliberately throw a spanner in the works, as long as you could and as long as you could breathe.
    You would deliberately throw a spanner in the works, as long as you could and as long as you could breathe.
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  2. Getteresti deliberatamente una chiave inglese nei motori, fintanto che ti è possibile e finché puoi respirare.
    Getteresti deliberatamente una chiave inglese nei motori, fintanto che ti è possibile e finché puoi respirare.
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  1. When you were taken to an investigation, when you could not walk any more, you were brought to the cell.
    When you were taken to an investigation, when you could not walk any more, you were brought to the cell.
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  2. Quando eri condotto a un'indagine, quando non potevi più camminare, ti riportavano in cella.
    Quando eri condotto a un'indagine, quando non potevi più camminare, ti riportavano in cella.
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  1. I went to a lady that I saw once in my life. It was my contact spot. She said to me: you can save a child.
    I went to a lady that I saw once in my life. It was my contact spot. She said to me: you can save a child.
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  2. Sono andato da una donna vista solo una volta nella mia vita. Era il mio punto di contatto. Mi ha detto: puoi salvare un bambino.
    Sono andato da una donna vista solo una volta nella mia vita. Era il mio punto di contatto. Mi ha detto: puoi salvare un bambino.
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  1. They did not want us in sabotage, we were too young. Our scout authorities made it clear not to get us into sabotage.
    They did not want us in sabotage, we were too young. Our scout authorities made it clear not to get us into sabotage.
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  2. Non ci volevano in un sabotaggio, eravamo troppo giovani. Le nostre autorità scout chiarirono così di non farci partecipare al sabotaggio.
    Non ci volevano in un sabotaggio, eravamo troppo giovani. Le nostre autorità scout chiarirono così di non farci partecipare al sabotaggio.
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  1. There was no real future for us. But that made you stronger to go into the resistance and help wherever you could.
    There was no real future for us. But that made you stronger to go into the resistance and help wherever you could.
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  2. Non c'era un vero futuro per noi. Ma questo è ciò che rendeva più forti per entrare nella Resistenza e aiutare come potevi.
    Non c'era un vero futuro per noi. Ma questo è ciò che rendeva più forti per entrare nella Resistenza e aiutare come potevi.
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  1. It was the Italian occupiers who gunned down every liberation movement. They shot so many innocent hostages.
    It was the Italian occupiers who gunned down every liberation movement. They shot so many innocent hostages.
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  2. Furono gli occupanti italiani ad abbattere ogni movimento di liberazione. Hanno sparato a tanti ostaggi innocenti.
    Furono gli occupanti italiani ad abbattere ogni movimento di liberazione. Hanno sparato a tanti ostaggi innocenti.
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  1. Killing, even in the name of great ideals, will ultimately come back to you later in form of a trauma.
    Killing, even in the name of great ideals, will ultimately come back to you later in form of a trauma.
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  2. Uccidere, anche in nome di grandi ideali, alla fine ti ritornerà in seguito sotto forma di trauma.
    Uccidere, anche in nome di grandi ideali, alla fine ti ritornerà in seguito sotto forma di trauma.
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  1. The Tchetniks attacked us from behind and they massacred the Partisans, all from behind our line. We lost 700 men in one night and one day.
    The Tchetniks attacked us from behind and they massacred the Partisans, all from behind our line. We lost 700 men in one night and one day.
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  2. I Tchetnik ci attaccarono alle spalle e massacrarono i Partigiani, tutti dietro la nostra linea. Abbiamo perso 700 uomini in una notte e un giorno.
    I Tchetnik ci attaccarono alle spalle e massacrarono i Partigiani, tutti dietro la nostra linea. Abbiamo perso 700 uomini in una notte e un giorno.
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  1. I could not share the responsibility to work with the ones that wanted to eliminate us.
    I could not share the responsibility to work with the ones that wanted to eliminate us.
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  2. Non potevo condividere la responsabilità di lavorare con coloro che volevano eliminarci.
    Non potevo condividere la responsabilità di lavorare con coloro che volevano eliminarci.
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  1. I've always said that those two would have to die before me: Mussolini and Hitler.
    I've always said that those two would have to die before me: Mussolini and Hitler.
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  2. Ho sempre detto che quei due avrebbero dovuto morire prima di me: Mussolini e Hitler.
    Ho sempre detto che quei due avrebbero dovuto morire prima di me: Mussolini e Hitler.
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  1. Ho sempre detto che quei due avrebbero dovuto morire prima di me: Mussolini e Hitler.
    Ho sempre detto che quei due avrebbero dovuto morire prima di me: Mussolini e Hitler.
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  2. Perché allora ci uccidiamo a vicenda? Come mai? Perché quelli che decidono di fare la guerra non sono quelli che la combattono.
    Perché allora ci uccidiamo a vicenda? Come mai? Perché quelli che decidono di fare la guerra non sono quelli che la combattono.
    changed by Salvatore Trapani .
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  1.  
  2. »Willi« e Giacomo
    »Willi« e Giacomo
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  1.  
  2. Uno scatto dall'intervista di Giacomo Notari per Era
    Uno scatto dall'intervista di Giacomo Notari per Era
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  1. 25 aprile 2007
    25 aprile 2007
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  2. 25 aprile 2007, l'ultimo trascorso insieme
    25 aprile 2007, l'ultimo trascorso insieme
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  1. Foto tessera
    Foto tessera
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  2. Fototessera
    Fototessera
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  1. You are young people. Don’t fight with each other. Be collegial. Be friends because you don’t know what the tomorrow will be like.
    You are young people. Dont fight with each other. Be collegial. Be friends because you dont know what the tomorrow will be like.
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  2. Siete giovani. Non combattere tra di voi. Siate collegiali. Siate amici perché non sapete come sarà il domani.
    Siete giovani. Non combattere tra di voi. Siate collegiali. Siate amici perché non sapete come sarà il domani.
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28 Feb from 11:41am to 12:45pm