European Resistance Archive/European Resistance Archive (ERA)


History

  1. Carlo Porta was born in Gavasseto di Reggio Emilia on May 18, 1919, into a large family of farm workers who followed the socialist ideas of Camillo Prampolini. At the age of sixteen he was already an active member of the Socialist Party, taking part in the International Red Relief by collecting small amounts of money or goods for the Republican fighters in Spain. After being employed as a factory worker at Officine Meccaniche Reggiane, an engineering plant that manufactured armaments during Mussolini’s regime, in 1938 he is called up for military service. While in the Army, authorities find out about his antifascist militancy: he is arrested and imprisoned in Civitavecchia, Regina Coeli (Rome), Reggio Emilia and Castelfranco Emilia. Perfunctorily judged by the Special Tribunal for National Security, he is sentenced to three years’ confinement in the farming penal colony of Pisticci (Matera), in the region of Basilicata. While in confinement, he meets chief figures of the Italian Communist Party, whose teachings would contribute to mould his political beliefs. At the end of the three years of confinement he returns to Reggio Emilia, but a few months later he is called to the Army again and sent to Albania with the Italian occupation forces. He is in Albania on the 8th of September of 1943, the day of the Armistice: captured by the Germans, he is sent to internment camps in Germany in stock wagons. He reaches his first destination after sixteen days and is interned as a IMI (Italian Interned Soldier) in the marshalling camp of Neubrandenburg. His identification number was 108 481. He is freed only two years later, while in the Wickede camp, near Dortmund.
    Carlo Porta was born in Gavasseto di Reggio Emilia on May 18, 1919, into a large family of farm workers who followed the socialist ideas of Camillo Prampolini. At the age of sixteen he was already an active member of the Socialist Party, taking part in the International Red Relief by collecting small amounts of money or goods for the Republican fighters in Spain. After being employed as a factory worker at Officine Meccaniche Reggiane, an engineering plant that manufactured armaments during Mussolinis regime, in 1938 he is called up for military service. While in the Army, authorities find out about his antifascist militancy: he is arrested and imprisoned in Civitavecchia, Regina Coeli (Rome), Reggio Emilia and Castelfranco Emilia. Perfunctorily judged by the Special Tribunal for National Security, he is sentenced to three yearsconfinement in the farming penal colony of Pisticci (Matera), in the region of Basilicata. While in confinement, he meets chief figures of the Italian Communist Party, whose teachings would contribute to mould his political beliefs. At the end of the three years of confinement he returns to Reggio Emilia, but a few months later he is called to the Army again and sent to Albania with the Italian occupation forces. He is in Albania on the 8th of September of 1943, the day of the Armistice: captured by the Germans, he is sent to internment camps in Germany in stock wagons. He reaches his first destination after sixteen days and is interned as a IMI (Italian Interned Soldier) in the marshalling camp of Neubrandenburg. His identification number was 108 481. He is freed only two years later, while in the Wickede camp, near Dortmund.
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  2. Carlo Porta nasce a Gavasseto di Reggio Emilia il 18 maggio 1919 da una famiglia numerosa di braccianti agricoli e di orientamento socialista prampoliniano. Già a sedici anni milita nel Partito Socialista e è attivo nel Soccorso Rosso dove raccoglie piccole somme o beni di consumo destinati ai combattenti repubblicani in Spagna. Si impiega poi come operaio presso le Officine meccaniche Reggiane, industria bellica durante il regime di Mussolini, e nel 1938 è costretto a partire per la leva militare. Durante il servizio militare viene scoperta la sua militanza antifascista: è quindi arrestato e tradotto nelle carceri di Civitavecchia, Regina Coeli, Reggio Emilia e Castelfranco Emilia. Subisce il processo sommario presso il Tribunale speciale per la difesa dello Stato dove viene condannato a tre anni di confino presso la colonia penale di Pisticci (MT) in Basilicata. Al confino conosce importanti membri del Partito Comunista d'Italia che contribuiranno alla sua formazione politica. Dopo aver scontato i tre anni di detenzione ritorna a Reggio Emilia e dopo qualche mese è nuovamente richiamato dal Regio Esercito e inviato, con le truppe italiane di occupazione, in Albania. L'8 settembre 1943 lo coglie proprio qui dove viene catturato dai tedeschi e, inviato rinchiuso nei carri bestiame, nei campi di prigionia in Germania. Dopo sedici giorni di viaggio raggiunge la sua prima destinazione come IMI (Internato Militare Italiano) nel campo di smistamento di Neubrandenburg e imprigionato con il numero 108 481. E' liberato nel campo di Wickede vicino a Dortmund due anni dopo.
    Carlo Porta nasce a Gavasseto di Reggio Emilia il 18 maggio 1919 da una famiglia numerosa di braccianti agricoli e di orientamento socialista prampoliniano. Già a sedici anni milita nel Partito Socialista e è attivo nel Soccorso Rosso dove raccoglie piccole somme o beni di consumo destinati ai combattenti repubblicani in Spagna. Si impiega poi come operaio presso le Officine meccaniche Reggiane, industria bellica durante il regime di Mussolini, e nel 1938 è costretto a partire per la leva militare. Durante il servizio militare viene scoperta la sua militanza antifascista: è quindi arrestato e tradotto nelle carceri di Civitavecchia, Regina Coeli, Reggio Emilia e Castelfranco Emilia. Subisce il processo sommario presso il Tribunale speciale per la difesa dello Stato dove viene condannato a tre anni di confino presso la colonia penale di Pisticci (MT) in Basilicata. Al confino conosce importanti membri del Partito Comunista d'Italia che contribuiranno alla sua formazione politica. Dopo aver scontato i tre anni di detenzione ritorna a Reggio Emilia e dopo qualche mese è nuovamente richiamato dal Regio Esercito e inviato, con le truppe italiane di occupazione, in Albania. L'8 settembre 1943 lo coglie proprio qui dove viene catturato dai tedeschi e, inviato rinchiuso nei carri bestiame, nei campi di prigionia in Germania. Dopo sedici giorni di viaggio raggiunge la sua prima destinazione come IMI (Internato Militare Italiano) nel campo di smistamento di Neubrandenburg e imprigionato con il numero 108 481. E' liberato nel campo di Wickede vicino a Dortmund due anni dopo.

    Carlo Porta nasce a Gavasseto di Reggio Emilia il 18 maggio 1919 da una famiglia numerosa di braccianti agricoli e di orientamento socialista prampoliniano. Già a sedici anni milita nel Partito Socialista e è attivo nel Soccorso Rosso dove raccoglie piccole somme o beni di consumo destinati ai combattenti repubblicani in Spagna. Si impiega poi come operaio presso le Officine meccaniche Reggiane, industria bellica durante il regime di Mussolini, e nel 1938 è costretto a partire per la leva militare. Durante il servizio militare viene scoperta la sua militanza antifascista: è quindi arrestato e tradotto nelle carceri di Civitavecchia, Regina Coeli, Reggio Emilia e Castelfranco Emilia. Subisce il processo sommario presso il Tribunale speciale per la difesa dello Stato dove viene condannato a tre anni di confino presso la colonia penale di Pisticci (MT) in Basilicata. Al confino conosce importanti membri del Partito Comunista d'Italia che contribuiranno alla sua formazione politica. Dopo aver scontato i tre anni di detenzione ritorna a Reggio Emilia e dopo qualche mese è nuovamente richiamato dal Regio Esercito e inviato, con le truppe italiane di occupazione, in Albania. L'8 settembre 1943 lo coglie proprio qui dove viene catturato dai tedeschi e, inviato rinchiuso nei carri bestiame, nei campi di prigionia in Germania. Dopo sedici giorni di viaggio raggiunge la sua prima destinazione come IMI (Internato Militare Italiano) nel campo di smistamento di Neubrandenburg e imprigionato con il numero 108 481. E' liberato nel campo di Wickede vicino a Dortmund due anni dopo.

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