European Resistance Archive/European Resistance Archive (ERA)
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Romana Verdel è nata a Remschenig/Remcenik nel 1938 nella parte bilingue della Carinzia/Koroska. La sua famiglia apparteneva alla minoranza slovena. Insieme alla madre Anna Rotter e ad altri parenti, visse a casa di Katarina Sluga, sua zia, che era politicamente impegnata nonché fondatrice dell'Associazione delle Donne Antifasciste. Accusati di un atteggiamento critico nei confronti del nazionalsocialismo e di attività clandestina, alcuni parenti si danno alla macchia e si uniscono ai partigiani sloveni nel 1943. Romana non sarà scoperta dalla Gestapo e viene nascosta con i bambini dalla zia Amalija, che si unisce essa stessa ai partigiani della montagna e in Solcava nella Valle Logartal. Nell'Aprile 1944 Amalija torna in Carinzia/Koroska. Romana viene accolta in una fattoria e sopravvive alla guerra. Tredici dei suoi parenti cadono con i partigiani o muoiono nei campi di concentramento. Rimasta orfana Romana lavora come domestica nella fattoria e poi si trasferisce nell'azienda agricola dei suoi genitori a Remschenig/Remcenik. Per vent'anni ha sofferto di anemia. A poco a poco, la sua vita è tornata alla normalità, ma «quando una bambina soffre la guerra anche se ha la fortuna di sopravvivere, la paura rimane per tutta la vita».
Romana Verdel è nata a Remschenig/Remcenik nel 1938 nella parte bilingue della Carinzia/Koroska. La sua famiglia apparteneva alla minoranza slovena. Insieme alla madre Anna Rotter e ad altri parenti, visse a casa di Katarina Sluga, sua zia, che era politicamente impegnata nonché fondatrice dell'Associazione delle Donne Antifasciste. Accusati di un atteggiamento critico nei confronti del nazionalsocialismo e di attività clandestina, alcuni parenti si danno alla macchia e si uniscono ai partigiani sloveni nel 1943. Romana non sarà scoperta dalla Gestapo e viene nascosta con i bambini dalla zia Amalija, che si unisce essa stessa ai partigiani della montagna e in Solcava nella Valle Logartal. Nell'Aprile 1944 Amalija torna in Carinzia/Koroska. Romana viene accolta in una fattoria e sopravvive alla guerra. Tredici dei suoi parenti cadono con i partigiani o muoiono nei campi di concentramento. Rimasta orfana Romana lavora come domestica nella fattoria e poi si trasferisce nell'azienda agricola dei suoi genitori a Remschenig/Remcenik. Per vent'anni ha sofferto di anemia. A poco a poco, la sua vita è tornata alla normalità, ma «quando una bambina soffre la guerra anche se ha la fortuna di sopravvivere, la paura rimane per tutta la vita».
Romana Verdel was born in Remschenig/Remcenik in 1938 in the bilingual part of Carinthia/Koroska. Her familiy belonged to the Slovenian minority. Together with her mother Anna Rotter and other relatives, she lived at the house of Katarina Sluga, her politically engaged aunt and founder of the antifascist women’s association. Being accused of a critical attitude towards National Socialism and network activities, some relatives join the Slovene partisans in 1943. Romana remains undiscovered by the Gesatpo and is being hidden with the children by her aunt Amalija, who also joins the partisans in the mountains and in Solcava in the valley Logartal. In April 1944, Amalija returns to Carinthia/Koroska. Roman is being taken in at a farmhouse and survives war there. 13 of her relatives fall with the partisans or die in concentration camps. The orphan Romana stays as a maid in the farm and later moves to the farmhouse of her partents in Remschenig/Remcenik. For 20 years, she suffers from anaemia. By and by, her life becomes more normal, but »when a child suffers from war and even is lucky enough to survive – the fear remains all your life«. -
Erwin Schulz è nato il 13 ottobre 1912 a Tempelhof (distretto di Berlino dal 1920). Nel 1922 entra a far parte del gruppo sportivo operaio “Fichte”. Questi gruppi sportivi erano considerati progressisti e anti borghesi. Cinque anni dopo aderisce al Sindacato dell'associazione centrale degli impiegati. Dopo che Hitler prese il potere nel gennaio 1933, i gruppi di opposizione furono lentamente proibiti, anche il "Fichte". Erwin Schulz fu condannato a cinque anni di reclusione per incitamento di alto tradimento, avendo distribuito volantini antifascisti e aiutato a mantenere le strutture clandestine del "Fichte". Nel successivo decennio passò dalla prigione di Luckau, dai campi di Esterwegen e Börgermoor, dalla divisione punitiva 999, dalle prigioni marocchina, francese, inglese e americana. Solo nell'ottobre 1946 tornò a Berlino.
Erwin Schulz è nato il 13 ottobre 1912 a Tempelhof (distretto di Berlino dal 1920). Nel 1922 entra a far parte del gruppo sportivo operaio “Fichte”. Questi gruppi sportivi erano considerati progressisti e anti borghesi. Cinque anni dopo aderisce al Sindacato dell'associazione centrale degli impiegati. Dopo che Hitler prese il potere nel gennaio 1933, i gruppi di opposizione furono lentamente proibiti, anche il "Fichte". Erwin Schulz fu condannato a cinque anni di reclusione per incitamento di alto tradimento, avendo distribuito volantini antifascisti e aiutato a mantenere le strutture clandestine del "Fichte". Nel successivo decennio passò dalla prigione di Luckau, dai campi di Esterwegen e Börgermoor, dalla divisione punitiva 999, dalle prigioni marocchina, francese, inglese e americana. Solo nell'ottobre 1946 tornò a Berlino.
Erwin Schulz was born on the 13th of October 1912 in Tempelhof (belonging to Berlin since 1920). In 1922, he joined the workers sport group “Fichte”. These sport groups were considered as being progressive and anti-bourgeois. Five years later he joined the trade union, the central association of office workers. After Hitler took over the power in January 1933, opposition groups were slowly forbidden, “Fichte” also. Erwin Schulz was condemned to five years imprisonment for preparation of high treason, because he had distributed antifascist flyers and helped to keep up the clandestine structures of "Fichte". The next ten years he went through the prison of Luckau, the camps of Esterwegen and Börgermoor, the punishment division 999, Moroccan, French, English and American captivity. Not until October 1946 he returned to Berlin. -
Lorenz Knorr è nato il 18 luglio 1921 a Eger (CSSR), oggi chiamato Cheb. Era figlio di funzionari del movimento operaio. Prima della Seconda guerra mondiale, era un membro del Partito socialdemocratico della CSSR. Durante il regime nazista, ha partecipato alla diffusione di informazioni, pubblicazioni, sabotaggi di armamenti, trasporti bellici e per far saltare in aria depositi di munizioni. Ricevette la chiamata per la Wehrmacht e nel 1942 si è presentato davanti alla corte marziale per aver sminuito la durezza militare. Fu dunque deferito a un battaglione punitivo in Africa. Qui, così come più tardi nella Polonia occupata, trovò vie di azione antifascista. Dal 1947 al 1950 fu Segretario della Gioventù Socialista Tedesca e poi dal 1950 al 1960 Segretario federale. Nel 1960 lasciò per protesta il Partito socialdemocratico, opponendosi alla sua adesione alle politiche NATO. A causa di ciò, ha preso parte alla fondazione dell'Unione Tedesca per la Pace.
Lorenz Knorr è nato il 18 luglio 1921 a Eger (CSSR), oggi chiamato Cheb. Era figlio di funzionari del movimento operaio. Prima della Seconda guerra mondiale, era un membro del Partito socialdemocratico della CSSR. Durante il regime nazista, ha partecipato alla diffusione di informazioni, pubblicazioni, sabotaggi di armamenti, trasporti bellici e per far saltare in aria depositi di munizioni. Ricevette la chiamata per la Wehrmacht e nel 1942 si è presentato davanti alla corte marziale per aver sminuito la durezza militare. Fu dunque deferito a un battaglione punitivo in Africa. Qui, così come più tardi nella Polonia occupata, trovò vie di azione antifascista. Dal 1947 al 1950 fu Segretario della Gioventù Socialista Tedesca e poi dal 1950 al 1960 Segretario federale. Nel 1960 lasciò per protesta il Partito socialdemocratico, opponendosi alla sua adesione alle politiche NATO. A causa di ciò, ha preso parte alla fondazione dell'Unione Tedesca per la Pace.
Lorenz Knorr was born on July 18th 1921 in Eger (CSSR), today called Cheb. He was the son of functionaries of the labour movement. Before WW2, he was a member of the social democratic party of the CSSR. During Nazi-rule, he participated in spreading information, publications, acts of sabotage on armament- and war-transports as well as in blowing up ammunition depots. He was called up for the German Wehrmacht and in 1942; he came in front of a court martial for undermining military strength. He was sent to a punishment battalion in Africa. Here, as well as later in occupied Poland, he found ways of antifascist action. From 1947-1950, he was county secretary of the Socialist Youth Germany and from 1950-1960 he was their federal secretary. In 1960, he left the social democrat party in protest, being opposed to its affirmation of the NATO-policies. Due to this, he took part in founding the German Peace Union. -
Giacomo Notari, nasce a Busana (RE) il 6 dicembre del 1927. Tutt’ora vive in questo comune di montagna sull’Appennino reggiano. Giovanissimo, dopo essere stato testimone di diversi episodi di uccisioni di innocenti da parte dei fascisti, decide di diventare partigiano con il nome di battaglia di »Willi« dopo l’8 settembre 43’ entrando nella 145° Brigata Garibaldi »Franco Casoli«che opera tra Ligonchio, Busana e Cervarezza, nella montagna reggiana.Contribuisce al sabotaggio di diversi ponti e pali del telefono.Ha partecipato all’ultima grande battaglia per la difesa della centrale idroelettrica di Ligonchio (RE) dal 10 a l 14 aprile 1945.
Giacomo Notari, nasce a Busana (RE) il 6 dicembre del 1927. Tutt’ora vive in questo comune di montagna sull’Appennino reggiano. Giovanissimo, dopo essere stato testimone di diversi episodi di uccisioni di innocenti da parte dei fascisti, decide di diventare partigiano con il nome di battaglia di »Willi« dopo l’8 settembre 43’ entrando nella 145° Brigata Garibaldi »Franco Casoli«che opera tra Ligonchio, Busana e Cervarezza, nella montagna reggiana.Contribuisce al sabotaggio di diversi ponti e pali del telefono.Ha partecipato all’ultima grande battaglia per la difesa della centrale idroelettrica di Ligonchio (RE) dal 10 a l 14 aprile 1945.
Giacomo Notari was born in Busana (RE) on December 6th 1927. Today he still lives in this small village in the mountains near Reggio Emilia. After having witnessed several innocent people killed by the fascists, he was still very young when he decided to become a partisan. After the 8th of September 1943 he joined the 145th Garibaldi Brigade »Franco Casoli«, operating in the mountains near Reggio in the area of Ligonchio, Busana and Cervarezza. His battle name was »Willi«. He took part in several sabotages of bridges and telephone poles, as well as in the last great battle to defend the Ligonchio hydroelectric power plant, from 10 to 14 April 1945. -
Lidia Valeriani, Montecavolo di Quattro Castella 23.01.1923 - Reggio Emilia 17.12.2014. Dal 1939 è attiva nel Soccorso Rosso. Dopo la caduta di Mussolini e dall’8 settembre 1943 partecipa a manifestazioni e accoglie militari sbandati. Organizza lo sciopero di Montecavolo e per questo è perseguitata dai fascisti. Fugge in provincia di Modena dove prima lavora nei Gruppi di Difesa e poi (marzo 1944) entra a far parte della 35° Brigata Garibaldi »Walter Tabacchi«- 2° divisione Modena pianura come segretaria del Comando. Svolge sia ruoli di staffetta che militari fino alla liberazione. E’stata decorata con Medaglia d’argento al merito come partigiana combattente.
Lidia Valeriani, Montecavolo di Quattro Castella 23.01.1923 - Reggio Emilia 17.12.2014. Dal 1939 è attiva nel Soccorso Rosso. Dopo la caduta di Mussolini e dall’8 settembre 1943 partecipa a manifestazioni e accoglie militari sbandati. Organizza lo sciopero di Montecavolo e per questo è perseguitata dai fascisti. Fugge in provincia di Modena dove prima lavora nei Gruppi di Difesa e poi (marzo 1944) entra a far parte della 35° Brigata Garibaldi »Walter Tabacchi«- 2° divisione Modena pianura come segretaria del Comando. Svolge sia ruoli di staffetta che militari fino alla liberazione. E’stata decorata con Medaglia d’argento al merito come partigiana combattente.
Lidia Valeriani, Montecavolo di Quattro Castella 23.01.1923 - Reggio Emilia 17.12.2014. Starting from 1939 she became active in »Soccorso Rosso«. After Mussolini’s fall, on 8 September 1943, she took part in demonstrations and assisted disbanded soldiers. Lidia Valeriani organized the strike in Montecavolo and consequently became a victim of persecution by the fascists. She then fled in the province of Modena, working with the »women support groups«. From March 1944 she joined the »2nd Division Modena lowlands« of the 35th Garibaldi Brigade »Walter Tabacchi« working as a secretary of the headquarters. She took care of both dispatch rider and military tasks until the Liberation. She was awarded a Silver Medal for Military Valour. -
Stanislaw Baronowski è nato il 16 novembre 1924 a Varsavia. Si unì agli scout a metà degli anni Trenta. Durante l'assedio di Varsavia nell'Ottobre 1939 aiutò le truppe a spostarsi in città. Nei primi anni di occupazione si impegnò come membro del Consiglio di Tutela Centrale (RGO) per aiutare poveri e prigionieri di guerra. Spesso forniva cibo illegalmente e organizzava evasioni di ufficiali polacchi dalle carceri tedesche. Contemporaneamente prese parte ad azioni di salvataggio nel Ghetto, portando ebrei nel settore "ariano". Era membro dell'Armia Krajowa (Esercito Nazionale), fu arrestato nel 1942 e rinchiuso nella prigione di Pawiak. Successivamente fu trasferito nei campi di concentramento di Majdanek, Buchenwald e Schonebeck. Oggi vive a Varsavia.
Stanislaw Baronowski è nato il 16 novembre 1924 a Varsavia. Si unì agli scout a metà degli anni Trenta. Durante l'assedio di Varsavia nell'Ottobre 1939 aiutò le truppe a spostarsi in città. Nei primi anni di occupazione si impegnò come membro del Consiglio di Tutela Centrale (RGO) per aiutare poveri e prigionieri di guerra. Spesso forniva cibo illegalmente e organizzava evasioni di ufficiali polacchi dalle carceri tedesche. Contemporaneamente prese parte ad azioni di salvataggio nel Ghetto, portando ebrei nel settore "ariano". Era membro dell'Armia Krajowa (Esercito Nazionale), fu arrestato nel 1942 e rinchiuso nella prigione di Pawiak. Successivamente fu trasferito nei campi di concentramento di Majdanek, Buchenwald e Schonebeck. Oggi vive a Varsavia.
He was born on November 16th, 1924 in Warsaw. He joined the scouts from in the mid-thirties. During the siege of Warsaw in October 1939 He helped the troops to move around the city. During the first years of occupation he engaged as a member of the Main Tutelary Council (RGO) and helped the poor and the war prisoners. He often illegally provided food and organized the evasions of Polish officers from German prisons. At the same time he took part in life-saving actions in the ghetto, leading Jews to the Arian side. He was a member of the Armia Krajowa (the Home Army), was arrested in 1942 and put in Pawiak prison. Later he was moved to Majdanek, Buchenwald and Schonebeck concentration camps. He is living in Warsaw today. -
Stefania Dambrowska è nata il 12 ottobre 1916 a San Pietroburgo. Prima della Seconda guerra mondiale la sua famiglia acquistò la tenuta a Orwidów Dolny nella contea di Vilnius, oggi Lituania. Il 17 settembre 1939 l'esercito sovietico invase il territorio e la contea di Vilnius divenne parte della Lituania e poi dell'Unione Sovietica. Nella primavera del 1941, sua madre fu deportata nell'entroterra dell'Unione Sovietica durante l'ondata di repressione contro il popolo polacco. Dopo l'invasione tedesca nell'estate del 1941, Stefania iniziò a nascondere le persone oppresse dall'occupante nella tenuta dove viveva sola. Lì si nascondevano diversi profughi di Varsavia, ebrei e membri di sinistra del movimento di Resistenza. La maggior parte di loro è sopravvissuto alla guerra. Stefania Dąmbrowska si è impegnata col Comitato Polacco di Liberazione Nazionale (PKWN) a Lublino e ha lavorato con il comitato per la documentazione del genocidio nazista nel campo di concentramento di Majdanek. È stata insignita della medaglia di Giusto tra le Nazioni del Mondo. Vive a Varsavia.
Stefania Dambrowska è nata il 12 ottobre 1916 a San Pietroburgo. Prima della Seconda guerra mondiale la sua famiglia acquistò la tenuta a Orwidów Dolny nella contea di Vilnius, oggi Lituania. Il 17 settembre 1939 l'esercito sovietico invase il territorio e la contea di Vilnius divenne parte della Lituania e poi dell'Unione Sovietica. Nella primavera del 1941, sua madre fu deportata nell'entroterra dell'Unione Sovietica durante l'ondata di repressione contro il popolo polacco. Dopo l'invasione tedesca nell'estate del 1941, Stefania iniziò a nascondere le persone oppresse dall'occupante nella tenuta dove viveva sola. Lì si nascondevano diversi profughi di Varsavia, ebrei e membri di sinistra del movimento di Resistenza. La maggior parte di loro è sopravvissuto alla guerra. Stefania Dąmbrowska si è impegnata col Comitato Polacco di Liberazione Nazionale (PKWN) a Lublino e ha lavorato con il comitato per la documentazione del genocidio nazista nel campo di concentramento di Majdanek. È stata insignita della medaglia di Giusto tra le Nazioni del Mondo. Vive a Varsavia.
She was born on October 12th, 1916 in St. Petersburg. Before World War II her family bought the estate in Orwidów Dolny in the Vilnius county, today Lithuania. On Sept 17th 1939 the Soviet Army invaded the territory, the Vilnius county became a part of Lithuania, and after that of the Soviet Union. In the spring of 1941, her mother was deported to the Soviet Union inland during the surge of repression on Polish people. After the German invasion in the summer of 1941, Stefania started to hide people oppressed by the occupant in the estate where she lived alone. Several refugees from Warsaw, Jews, members of the leftist resistance movement were hiding there. Most of them survived the war. Stefania Dąmbrowska engaged in the works of the Polish Committee of National Liberation (PKWN) in Lublin as well as the committee documenting the Nazi genocide in the Majdanek concentration camp. She was awarder the medal of the Just Among the World’s Nations. She lives in Warsaw. -
Tadeusz Sulowski è nato il 4 febbraio 1929 a Varsavia. All'inizio della guerra si dedicò a attività scout, partecipò ad azioni di ricognizione e a atti di sabotaggio. Durante la rivolta di Varsavia ha preso parte come membro dell'AK (Esercito nazionale) all'attacco fallito all'aeroporto di Okęcie. In seguito raggiunse le foreste vicino a Varsavia e successivamente prestò servizio in tre squadre Partigiane. Dopo la guerra, per alcuni anni fu imprigionato in un carcere comunista per attività sovversiva. Vive a Józefów vicino a Varsavia.
Tadeusz Sulowski è nato il 4 febbraio 1929 a Varsavia. All'inizio della guerra si dedicò a attività scout, partecipò ad azioni di ricognizione e a atti di sabotaggio. Durante la rivolta di Varsavia ha preso parte come membro dell'AK (Esercito nazionale) all'attacco fallito all'aeroporto di Okęcie. In seguito raggiunse le foreste vicino a Varsavia e successivamente prestò servizio in tre squadre Partigiane. Dopo la guerra, per alcuni anni fu imprigionato in un carcere comunista per attività sovversiva. Vive a Józefów vicino a Varsavia.
He was born on February 4th, 1929 in Warsaw. At the beginning of the war he engaged in the scouts’ activities, took part in reconnaissance actions and acts of sabotage. During the Warsaw Uprising he took part as a member of the AK (Home Army) in the unsuccessful attack on the Okęcie airport. Later on he reached the forests near Warsaw and subsequently served in three partisan squads. After the war, for a few years he was imprisoned in communist prison for subversive activity. He lives in Józefów near Warsaw. -
Ana Zablatnik è nata nel 1923 nel villaggio Ludmannsdorf/Bilčovs nella parte meridionale della Carinzia. Appartiene alla minoranza di lingua slovena. All'inizio, lei e la sua famiglia hanno dovuto affrontare umiliazioni. La minaccia di essere deportate dai nazisti nel 1942 - dalla quale lei e la sua famiglia rimasero fortunatamente illese - portò alla decisione di contattare i partigiani dell'“Osvobodilna Fronta”, il Fronte di Liberazione Sloveno, attivo nel 1943 vicino al suo villaggio natale. Il 6 maggio 1944 fu arrestata e portata in una prigione della Gestapo a Klagenfurt. Dall'inizio del 1945 attese il processo nella famigerata corte di giustizia, che non venne mai celebrato e fu rilasciata negli ultimi giorni di guerra (4-6 maggio 1945). Ha mantenuto fino ad oggi il suo atteggiamento di resistenza contro ogni forma di discriminazione.
Ana Zablatnik è nata nel 1923 nel villaggio Ludmannsdorf/Bilčovs nella parte meridionale della Carinzia. Appartiene alla minoranza di lingua slovena. All'inizio, lei e la sua famiglia hanno dovuto affrontare umiliazioni. La minaccia di essere deportate dai nazisti nel 1942 - dalla quale lei e la sua famiglia rimasero fortunatamente illese - portò alla decisione di contattare i partigiani dell'“Osvobodilna Fronta”, il Fronte di Liberazione Sloveno, attivo nel 1943 vicino al suo villaggio natale. Il 6 maggio 1944 fu arrestata e portata in una prigione della Gestapo a Klagenfurt. Dall'inizio del 1945 attese il processo nella famigerata corte di giustizia, che non venne mai celebrato e fu rilasciata negli ultimi giorni di guerra (4-6 maggio 1945). Ha mantenuto fino ad oggi il suo atteggiamento di resistenza contro ogni forma di discriminazione.
Ana Zablatnik was born in 1923 in the village Ludmannsdorf/Bilčovs in the southern part of Carinthia. She belongs to the Slovenian speaking minority. Early, she and her family were confronted with humiliations. The threat of being deported by the Nazis in 1942, from which she and her family luckily stayed unharmed, led to the decision to contact the partisans of the „Osvobodilna fronta“, the Slovenian liberation front. They were active in 1943 near her home village. On May 6th 1944 she was arrested and brought to a Gestapo-prison in Klagenfurt. From the beginning of 1945, she awaited her trial in the notorious court of justice, but it was not realized anymore. She was released in the last days of war (4.-6. May 1945). She kept her resistant attitude against any form of discrimination up to today. -
Lucien Ducastel è nato il 28 agosto 1920 a Darnetal. Presto si unisce al Movimento Giovanile Comunista. In quanto membro del Partito Comunista (bandito insieme ad altre organizzazioni giovanili e operaie) le sue attività consistono nel sensibilizzare la popolazione francese, sull'occupazione distribuendo volantini - soprattutto ai cancelli delle fabbriche - o appendendo manifesti di protesta contro l'occupazione e il governo di Vichy. Viene arrestato nella casa dei suoi genitori a Petit-Quevilly dalla polizia francese, il 21 ottobre 1941, e portato nel carcere di Rouen, da dove viene trasportato al campo di Compiègne, campo per ostaggi, insieme a un centinaio di compagni. Dopo otto mesi di reclusione nel campo di Compiègne sarà deportato ad Auschwitz, il 6 luglio 1942. Questo trasporto sarà poi chiamato il "Convoglio dei 45000", in quanto quei deportati, essenzialmente oppositori politici, saranno registrati ad Auschwitz con i numeri tra 45157 e 46326. Lucien ricevette il numero 45491. Fu uno dei pochi a fare rientro in Francia. Al suo arrivo, Lucien Ducastel fu trasferito ad Auschwitz-Birkenau, dove restò per otto mesi prima di tornare allo Stammlager Auschwitz I. Da lì sarà trasferito a Gross-Rosen nell'agosto 1944 e successivamente a Dora-Mittelbau, dove sarà finalmente liberato. Dopo una lunga convalescenza torna al lavoro nei cantieri, riprendendo le sue attività politiche anche nel Partito Comunista Francese e nel Sindacato dei Lavoratori. Mise su famiglia e negli anni '50 si trasferì a Nanterre, dove vive ancora oggi. È membro attivo di un'associazione chiamata «Mémoire vive» (memoria viva) e visita le classi scolastiche per raccontare loro la sua esperienza durante la Guerra. Questa attività è estremamente importante per lui.
Lucien Ducastel è nato il 28 agosto 1920 a Darnetal. Presto si unisce al Movimento Giovanile Comunista. In quanto membro del Partito Comunista (bandito insieme ad altre organizzazioni giovanili e operaie) le sue attività consistono nel sensibilizzare la popolazione francese, sull'occupazione distribuendo volantini - soprattutto ai cancelli delle fabbriche - o appendendo manifesti di protesta contro l'occupazione e il governo di Vichy. Viene arrestato nella casa dei suoi genitori a Petit-Quevilly dalla polizia francese, il 21 ottobre 1941, e portato nel carcere di Rouen, da dove viene trasportato al campo di Compiègne, campo per ostaggi, insieme a un centinaio di compagni. Dopo otto mesi di reclusione nel campo di Compiègne sarà deportato ad Auschwitz, il 6 luglio 1942. Questo trasporto sarà poi chiamato il "Convoglio dei 45000", in quanto quei deportati, essenzialmente oppositori politici, saranno registrati ad Auschwitz con i numeri tra 45157 e 46326. Lucien ricevette il numero 45491. Fu uno dei pochi a fare rientro in Francia. Al suo arrivo, Lucien Ducastel fu trasferito ad Auschwitz-Birkenau, dove restò per otto mesi prima di tornare allo Stammlager Auschwitz I. Da lì sarà trasferito a Gross-Rosen nell'agosto 1944 e successivamente a Dora-Mittelbau, dove sarà finalmente liberato. Dopo una lunga convalescenza torna al lavoro nei cantieri, riprendendo le sue attività politiche anche nel Partito Comunista Francese e nel Sindacato dei Lavoratori. Mise su famiglia e negli anni '50 si trasferì a Nanterre, dove vive ancora oggi. È membro attivo di un'associazione chiamata «Mémoire vive» (memoria viva) e visita le classi scolastiche per raccontare loro la sua esperienza durante la Guerra. Questa attività è estremamente importante per lui.
Lucien Ducastel was born on August 28th,1920 in Darnetal. Soon he joins the Communist Youth Movement. As a member of the Communist Party (which was banned along with other Youth organisations and Workers) his activities consist of raising awareness of the French population regarding the occupation by distributing leaflets, especially at the factory gates, and hanging up posters protesting against the occupation and the Vichy government. He is arrested at his parents home in Petit-Quevilly by the French police on October 21st,1941 and taken to the prison in Rouen, from where he is transported to the Camp of Compiègne, a hostages camp, along with a hundred comrades. After eight months of imprisonment in the camp of Compiègne he is deported to Auschwitz on July 6th,1942. This transport will later on be called the convoi of the 45000s, as the deportees of this convoy, essentially political opponents, will be registered in Auschwitz with the numbers 45157-46326. Lucien gets the number 45491. He is one of the few that will ever return to France. Upon his arrival, Lucien Ducastel is transferred to Auschwitz-Birkenau, where he will stay for 8 months before returning to the Stammlager Auschwitz I. From there he will be transferred to Gross-Rosen in August 1944 and afterwards to Dora-Mittelbau, where he will finally be liberated. After a long recovery he returns to his work on construction sites and takes up his political activities in the French Communist Party and the Workers Union as well. He starts a family and moves to Nanterre in the 50s, where he still lives today. He is an active member of a association called « Mémoire vive » (alive memory) and visits school classes to talk about his experience during the war. This activity is extremely important to him. -
Fernando Cavazzini è nato a Reggio Emilia il 23 settembre 1923. Il 25 luglio ’43 partecipa a delle manifestazioni in piazza a Reggio Emilia, per chiedere la pace e per festeggiare la fine del Fascismo. Da qui inizia la sua attività antifascista. All'indomani dell'8 settembre 1943 aiuta i soldati portando loro dei vestiti borghesi e aiutandoli a fuggire. Successivamente diventa partigiano e parte per la montagna, entra a far parte così della 26° Brigata Garibaldi »Enzo Bagnoli« con il nome di »Tony«. Ha partecipato alla battaglia di Cerré Sologno, nell'Appennino Reggiano, uno dei più importanti scontri a fuoco fra fascisti, tedeschi e partigiani della montagna. In seguito diventa capo di una squadra volante di sabotatori denominata »Demonio« che ha l'ordine di minare e far saltare ponti in tutta la provincia di Reggio Emilia. E’ stato decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor militare nel dopoguerra.
Fernando Cavazzini è nato a Reggio Emilia il 23 settembre 1923. Il 25 luglio ’43 partecipa a delle manifestazioni in piazza a Reggio Emilia, per chiedere la pace e per festeggiare la fine del Fascismo. Da qui inizia la sua attività antifascista. All'indomani dell'8 settembre 1943 aiuta i soldati portando loro dei vestiti borghesi e aiutandoli a fuggire. Successivamente diventa partigiano e parte per la montagna, entra a far parte così della 26° Brigata Garibaldi »Enzo Bagnoli« con il nome di »Tony«. Ha partecipato alla battaglia di Cerré Sologno, nell'Appennino Reggiano, uno dei più importanti scontri a fuoco fra fascisti, tedeschi e partigiani della montagna. In seguito diventa capo di una squadra volante di sabotatori denominata »Demonio« che ha l'ordine di minare e far saltare ponti in tutta la provincia di Reggio Emilia. E’ stato decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor militare nel dopoguerra.
Fernando Cavazzini was born in Reggio Emilia on 23 September 1923. On 25 July 1943 he took part in public demonstrations in Reggio Emilia, demanding peace and celebrating the fall of the fascist regime. From then on he was involved in the antifascist struggle. After the 8th of September 1943 he assisted soldiers by providing them with plain clothes and helping them to flee. He later became a partisan and left for the mountains, joining the 26th Garibaldi Brigade »Enzo Bagnoli«. His battle name was »Tony«. He took part in the battle of Cerrè Sologno, in the Appennini mountains near Reggio, one of the most significant battles between the partisans of the mountains and fascists and Germans. He later became the head of a sapper unit called »Demonio«, that had to mine and blow up all the bridges in the Province of Reggio. After the war, he was awarded a Bronze Medal for Military Valour. -
Giacomina Castagnetti , nata a Roncolo di Quattro Castella (RE) nel 11 novembre 1925. Ora risiede a Castelnovo né Monti (RE). A partire dal 1940 raccoglie contributi per il »Soccorso Rosso«, rete di aiuto clandestina comunista che durante il regime fascista sosteneva gli antifascisti perseguitati, nella zona di Quattro Castella. Entra nella Resistenza dopo l’8 settembre 1943, nei Gruppi di difesa della Donna (organizzazione femminile creata dal CLN di sostegno ai partigiani). Opera nella zona di San Martino in Rio (RE) fino alla Liberazione, 24 aprile 1945.
Giacomina Castagnetti , nata a Roncolo di Quattro Castella (RE) nel 11 novembre 1925. Ora risiede a Castelnovo né Monti (RE). A partire dal 1940 raccoglie contributi per il »Soccorso Rosso«, rete di aiuto clandestina comunista che durante il regime fascista sosteneva gli antifascisti perseguitati, nella zona di Quattro Castella. Entra nella Resistenza dopo l’8 settembre 1943, nei Gruppi di difesa della Donna (organizzazione femminile creata dal CLN di sostegno ai partigiani). Opera nella zona di San Martino in Rio (RE) fino alla Liberazione, 24 aprile 1945.
Giacomina Castagnetti was born in Roncolo di Quattro Castella (RE) on 11 November 1925. She now lives in Castelnovo né Monti (RE). From 1940 she collected contributions in the area of Quattro Castella for »Soccorso Rosso«, an underground Communist network that assisted antifascists who were victims of political persecution during the fascist regime. She joined the Resistance movement after the 8th of September 1943, in the »women support groups«, women organizations set up by the CLN in order to assist the partisans. She operated in the area of San Martino in Rio (RE) until the Liberation, on 24th April 1945. -
Annita Malavasi, Quattro Castellal 21 maggio 1921 - Reggio Emilia 27 novembre 2011. Dopo l’8 settembre del ’43 contribuisce alla lotta partigiana. Nella primavera del ’44 inizia l’attività di staffetta nella clandestinità: trasporta armi dalla città alla montagna e utilizza come nome di battaglia quello di “Laila”. Entra a far parte della 144° Brigata Garibaldi »Antonio Gramsci«: dal 2 gennaio del 1945 alla Liberazione è protagonista della lotta armata nell’Appennino reggiano. In seguito è una delle poche donne che divengono comandanti di Distaccamento (dal 2.1 al 25.4.1945). Sarà smobilitata con il grado di Sergente Maggiore.
Annita Malavasi, Quattro Castellal 21 maggio 1921 - Reggio Emilia 27 novembre 2011. Dopo l’8 settembre del ’43 contribuisce alla lotta partigiana. Nella primavera del ’44 inizia l’attività di staffetta nella clandestinità: trasporta armi dalla città alla montagna e utilizza come nome di battaglia quello di “Laila”. Entra a far parte della 144° Brigata Garibaldi »Antonio Gramsci«: dal 2 gennaio del 1945 alla Liberazione è protagonista della lotta armata nell’Appennino reggiano. In seguito è una delle poche donne che divengono comandanti di Distaccamento (dal 2.1 al 25.4.1945). Sarà smobilitata con il grado di Sergente Maggiore.
Anita Malavasi, Quattro Castella 21 May 1921 - Reggio Emilia 27 November 2011. She began supporting the partisan struggle after the 8th of September 1943. From the spring of 1944 she operated as a dispatch rider, transporting weapons from the city to the mountains. Her battle name was »Laila«. She then joined the 144th Garibaldi Brigade »Antonio Gramsci«, taking part in the armed struggle in the Reggio area of the Appennini mountains from 2 January 1945 until the Liberation. In that period she was also one of the few women appointed Detachment Commanding Officer, while at the end of the war she was finally appointed Sergeant-Major. -
Pierino Beggi, è nato il 3 marzo 1920 e morto a Reggio Emilia il 9 gennaio 2015. E’ a militare durante la caduta del Fascismo e l’armistizio lo coglie sul confine con la Francia, in Piemonte. Riesce a sfuggire alla cattura da parte tedesca e, arrivato a Reggio Emilia, nell’ottobre del 1943 entra a far parte dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica) cittadini con il nome di »Gigi«. Si occupa di attentati e sabotaggi e partecipa anche all’azione di salvataggio del prezioso sipario del Teatro Municipale »Valli« di Reggio Emilia. Partecipa alla Liberazione della città il 24 aprile ’45, e assiste all’arrivo dell’esercito alleato.
Pierino Beggi, è nato il 3 marzo 1920 e morto a Reggio Emilia il 9 gennaio 2015. E’ a militare durante la caduta del Fascismo e l’armistizio lo coglie sul confine con la Francia, in Piemonte. Riesce a sfuggire alla cattura da parte tedesca e, arrivato a Reggio Emilia, nell’ottobre del 1943 entra a far parte dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica) cittadini con il nome di »Gigi«. Si occupa di attentati e sabotaggi e partecipa anche all’azione di salvataggio del prezioso sipario del Teatro Municipale »Valli« di Reggio Emilia. Partecipa alla Liberazione della città il 24 aprile ’45, e assiste all’arrivo dell’esercito alleato.
Pierino Beggi was born on 3 March 1920 and died in Reggio Emilia on 9 January 2015. He was in the military when the fascist regime fell. When the armistice was signed he was in Piemonte, near the French border, and managed to avoid being captured by the Germans. When he returned in Reggio Emilia, in 1943 he enrolled in the GAPs (Patriotic Action Groups). His battle name was »Gigi«. Beggi carried out attacks and sabotages and also took part in the action that lead to the rescue of the valuable curtain of Reggio Emilia’s »Valli« theatre. He contributed to the Liberation of Reggio Emilia on 24 April 1945 and witnessed the arrival of the Allies. -
Giovanna Quadreri è nata a Carpineti (Reggio Emilia) il 14 luglio 1928. Ora vive a Reggio Emilia. Inizia l'attività partigiana nel settembre del 1944 e fino alla Liberazione. Il suo raggio d'azione è fra la montagna reggiana e la città di Reggio Emilia, in questa zona Giovanna Quadreri (nomi di battaglia Giorgio e Libertà) è una staffetta portaordini che tiene i collegamenti fra il comando militare cittadino della Resistenza, la 284° Brigata Fiamme Verdi »Italo« - brigata di orientamento cattolico dislocata nella zona di Toano (RE) - e il Comando Unico nell'Appennino Reggiano. A partire dall'inizio del 1945 entra a fra parte del reparto speciale »Gufo Nero« che è alle dipendenze dirette del Comando Unico della montagna e tiene i contatti con il battaglione alleato comandato dal maggiore inglese Lees.
Giovanna Quadreri è nata a Carpineti (Reggio Emilia) il 14 luglio 1928. Ora vive a Reggio Emilia. Inizia l'attività partigiana nel settembre del 1944 e fino alla Liberazione. Il suo raggio d'azione è fra la montagna reggiana e la città di Reggio Emilia, in questa zona Giovanna Quadreri (nomi di battaglia Giorgio e Libertà) è una staffetta portaordini che tiene i collegamenti fra il comando militare cittadino della Resistenza, la 284° Brigata Fiamme Verdi »Italo« - brigata di orientamento cattolico dislocata nella zona di Toano (RE) - e il Comando Unico nell'Appennino Reggiano. A partire dall'inizio del 1945 entra a fra parte del reparto speciale »Gufo Nero« che è alle dipendenze dirette del Comando Unico della montagna e tiene i contatti con il battaglione alleato comandato dal maggiore inglese Lees.
Giovanna Quadreri was born in Carpineti (RE) on 14 July 1928. She now lives in Reggio Emilia. She was involved in the partisan struggle from September 1944 until the Liberation, operating between Reggio Emilia and the mountains near the city. Giovanna Quadreri, whose battle names were »Giorgio« and »Libertà«, acted as a dispatch rider in this area, taking care of communications between the Resistance movement city headquarters, the 284thFiamme Verdi Brigade »Italo« – a catholic unit operating in the area of Toano (RE) – and the central headquarters in the Appennini near Reggio. From the beginning of 1945 she joined a special unit called »Gufo Nero« (Black Owl), which received orders directly from the central headquarters of the mountains and took care of communications with the Allied battalion led by Major Lees, a British officer. -
Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai Partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
Alenka si è laureata nel 1941 diventando pittrice. Era in vacanza a Lubiana quando la Germania attaccò il Regno di Jugoslavia (6 aprile 1941). Il Regno di Jugoslavia capitolò diciassette giorni dopo l'attacco e questo fu motivo di profonda delusione per Alenka. Lubiana, situata nella zona occupata italiana, fu il centro del movimento di Resistenza e sede dei Partigiani. Dopo l'arresto di suo padre all'inizio del 1944, dovette entrare in clandestinità. Dopo quattro mesi di latitanza, lasciò Lubiana e si unì ai Partigiani nell'estate del 1944. Lavorò per la stampa partigiana, occupandosi di grafica, volantini, manifesti e propaganda antifascista. Era attiva come operatrice culturale, creando scene per diverse opere teatrali. Alenka sposò Vito Globočnik, anche lui Partigiano, ma lo perse subito dopo la guerra a causa di una brutta malattia. Il giorno più bello della sua vita è stato quello in cui è tornata nella sua Lubiana liberata, il 9 maggio 1945. Alenka ha lavorato come insegnante d'arte fino al suo pensionamento e da allora dipinge paesaggi.
Alenka graduated in 1941 and became a painter. She was on vacation in Ljubljana when Germany attacked the Kingdom of Yugoslavia (6 April 1941). The Kingdom of Yugoslavia capitulated 17 days after Germany’s attack and this was a huge disappointment for Alenka. Ljubljana, situated in the Italian occupied zone, was the centre of the resistance movement and headquarters for Partisans. Following the arrest of her father in early 1944, she had to go into underground. After four months in hiding, she left Ljubljana and joined the partisans in the summer of 1944. She worked in the partisans print, with graphics, leaflets, posters and propaganda. She was active as a cultural worker and created scenes for several plays. Alenka married Vito Globočnik, also a Partisan, but lost him soon after the war due to illness. The most beautiful day in her life was the day she returned to a liberated Ljubljana, on 9th May 1945. Alenka worked as a teacher of art up until her retirement, and since then has been painting landscapes. -
Ciril Zlobec è nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
Ciril Zlobec è nato il 4 luglio 1925 a Ponikve na Krasu, Slovenia. Già da bambino Ciril Zlobec, in quanto esponente della minoranza slovena in Italia, è stato sottoposto a procedure di denazionalizzazione fascista: doveva frequentare una scuola italiana e non gli era permesso parlare sloveno in pubblico. Scrisse la sua prima poesia - esprimendo i diritti civili sloveni -all'età di 13 anni. Nel 1941 Zlobec fu espulso dal liceo situato nel piccolo seminario di teologia a Capodistria, perché sorpreso a scrivere poesie in sloveno. Divenne attivista nel Fronte di Liberazione della Nazione Slovena nel 1942 e all'inizio dell'anno successivo fu mobilitato nei battaglioni speciali (confinamento politico per la gioventù slovena di Primorje). Alla caduta dell'Italia, nel settembre 1943, tornò in patria e si unì ai partigiani. È stato combattente, delegato politico, corriere e informatore. Fondò scuole slovene in tutto il Carso, insegnò e tenne conferenze all'Università Popolare Partigiana. Zlobec ha proseguito i suoi studi a Lubiana e si è laureato in Slavistica. Ha poi lavorato come giornalista e redattore. È poeta, scrittore e traduttore. Ed è stato anche per un mandato Presidente dell'Associazione degli Scrittori Jugoslavi. Fu eletto alla Presidenza del primo Stato sloveno indipendente in occasione delle prime elezioni democratiche del 1990. È membro ordinario dell'Accademia slovena per le arti e le scienze. Ha pubblicato diverse raccolte di poesie, due romanzi e cinque libri di saggistica e giornalismo. Diciotto dei suoi libri sono tradotti in lingue straniere. Ha ricevuto numerosi premi letterari in patria e all'estero.
Male, born on 4 July 1925 in Ponikve na Krasu, Slovenia. Already as a child, Ciril Zlobec, as a member of the Slovene minority in Italy, was subjugated to fascist denationalization procedures: he had to attend an Italian school and he was not permitted to speak Slovene in public. He wrote his first poem, expressing his Slovenian civil rights, at the age of 13. In 1941, Zlobec was expelled from the high school located in the small theological seminary in Koper, when he was caught writing poems in Slovene. He became an activist in the Liberation Front of the Slovene Nation in 1942 and at the beginning of the following year he was mobilized to the special battalions (political confinement for young Primorje Slovenians). Upon the fall of Italy in September 1943, he returned home and joined the partisans. He was a fighter, a political delegate, a courier and an informer. He founded Slovene schools throughout the Karst area, he taught, and he gave lectures at the Partisan’s People’s University. Zlobec continued his studies in Ljubljana and graduated as a Slavic scholar. He then worked as a reporter and an editor. He is a poet, a writer and a translator. He served one mandate as the president of the Yugoslavian Writer’s Association. He was elected to the Presidency of the first independent Slovene state at the first multi-party elections in 1990. He is an ordinary member of the Slovene Academy for Arts and Sciences. He has published several collections of poems, two novels and five books of essays and journalisms. 18 of his books are translated into foreign languages. He has received several literary awards at home and abroad. -
Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943, lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto in Jugoslavia al fronte come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
Ivo Srcnik è nato il 19 aprile 1924 a Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, cattolico. Prima della seconda guerra mondiale, Ivan Srčnik era un membro della SKOJ, l'Associazione dei Giovani Comunisti della Jugoslavia. Dopo l'occupazione tedesca della Bassa Stiria, fu mobilitato con la forza nell'esercito tedesco nel 1942 e inviato al fronte russo. Fu catturato dall'Armata Rossa a Bakaleja. Alla fine di dicembre 1943, lasciò il campo di prigionia di Kolomina e, come combattente del battaglione jugoslavo, si diresse verso il suo Paese. Ha combattuto in Jugoslavia al fronte come membro del Movimento di Resistenza Jugoslavo fino alla liberazione.
Male, born on 19th of April, 1924 in Šentjanž (Rečici ob Savinji), Slovenia, Catholic. Prior to WWII, Ivan Srčnik was a member of the SKOJ, the association of young communists of Yugoslavia. Following the German occupation of Lower Styria, he was forcibly mobilized in the German Army in 1942 and sent to the Russian front. He was captured by the Red Army in Bakaleja. At the end of December 1943, he left the POW camp at Kolomina and, as a combatant of the Yugoslav battalion, headed towards Yugoslavia. He fought on the Yugoslav front as a member of the Yugoslav resistance movement up to the liberation. -
Lipej Kolenik was born on the 22.9.1925 in Margarethen near Bleiburg/Šmarjeta pri Pliberku. He had his first contact with partisans in spring 1943. He did courier jobs. In August 1943, he had to go to the Wehrmacht; firstly, to be trained, but soon he was transtered to Slovenia and in the end of 1943 to the Italian front. Here he got heavy frostbites on his feet and was moved to several military hospitals, in the end to Klagenfurt. On the occasion of a visit on the farm of his parents, he deserted to the partisans. He was active in various units. In March, he was severely wounded and witnessed the liberation hidden in a bunker, with hardly any medical support. After war he was unemployed and stayed politically active. He was repeatedly arrested and imprisoned. He is chairman of the Carinthian partisan association.
Lipej Kolenik was born on the 22.9.1925 in Margarethen near Bleiburg/Šmarjeta pri Pliberku. He had his first contact with partisans in spring 1943. He did courier jobs. In August 1943, he had to go to the Wehrmacht; firstly, to be trained, but soon he was transtered to Slovenia and in the end of 1943 to the Italian front. Here he got heavy frostbites on his feet and was moved to several military hospitals, in the end to Klagenfurt. On the occasion of a visit on the farm of his parents, he deserted to the partisans. He was active in various units. In March, he was severely wounded and witnessed the liberation hidden in a bunker, with hardly any medical support. After war he was unemployed and stayed politically active. He was repeatedly arrested and imprisoned. He is chairman of the Carinthian partisan association.
Lipej Kolenik was born on the 22.9.1925 in Margarethen near Bleiburg/Šmarjeta pri Pliberku. He had his first contact with partisans in spring 1943. He did courier jobs. In August 1943, he had to go to the Wehrmacht; firstly, to be trained, but soon he was transtered to Slovenia and in the end of 1943 to the Italian front. Here he got heavy frostbites on his feet and was moved to several military hospitals, in the end to Klagenfurt. On the occasion of a visit on the farm of his parents, he deserted to the partisans. He was active in various units. In March, he was severely wounded and witnessed the liberation hidden in a bunker, with hardly any medical support. After war he was unemployed and stayed politically active. He was repeatedly arrested and imprisoned. He is chairman of the Carinthian partisan association. -
Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista e il padre lo porta presto con sé in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta ("la débâcle") del giugno 1940 torna a Nanterre. Qui partecipa attivamente in azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Ma il carattere delle sue attività muterà quando entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) diventando responsabile della sicurezza dei compagni, attivi in apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra ritorna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il Dipartimento di Educazione Fisica e Infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è Presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
Vincent è cresciuto tra la classe operaia comunista e il padre lo porta presto con sé in diverse manifestazioni. Appena può, si unisce al Movimento Giovanile Comunista. Dopo la sconfitta ("la débâcle") del giugno 1940 torna a Nanterre. Qui partecipa attivamente in azioni politiche, come la riproduzione e distribuzione di volantini e manifesti. Fa parte delle «Forze unies de la jeunesse patriotique (FUJP)», le Forze Unite della Gioventù Patriottica, un movimento giovanile di orientamento politico e religioso. Nel 1942 entra in clandestinità, poiché si rifiuta di partire per i lavori forzati in Germania. Ma il carattere delle sue attività muterà quando entra a far parte dei Francs-Tireurs et Particants (FTP) (cecchini e partecipanti) diventando responsabile della sicurezza dei compagni, attivi in apparizioni pubbliche. Come FTP-FFI è responsabile dell'incolumità del sindaco comunista, Raymond Barbet, durante la liberazione di Nanterre il 21 agosto 1944 e poi assiste alla caduta della fortezza di Mont Valérien. Vincent viene smobilitato nel giugno del 1945. Dopo la guerra ritorna a Nanterre e riprende l'antico mestiere di meccanico nella fabbrica Simca. Ma viene licenziato nel 1947. Dal 1954 al 1966 dirige il Dipartimento di Educazione Fisica e Infanzia. Nel 1966 inizia a lavorare nell'ufficio della Federazione del Lavoro Sport e Ginnastica (FSGT) fino al suo pensionamento nel 1980. Per tutto questo tempo continua la sua attività di rappresentante locale nel comune. Oggi è Presidente della sezione ANACR nel dipartimento dell'Alta Senna. Visita le scuole insieme agli ex deportati per raccontare la sua esperienza di combattente della Resistenza.
Vincent grows up in the Communist working class, his father soon takes him along to different demonstrations. As soon as he can, he joins the Communist Youth Movement. After the defeat (la débâcle) in June 1940 he returns to Nanterre. Upon his return to Nanterre he participates in political actions, as the reproduction and distribution of leaflets and posters. He is part of the « Forces unies de la jeunesse patriotique (FUJP) », the United Forces of the Patriotic Youth, a youth movement of political and religious orientation. In 1942 he goes underground, as he refuses to leave for forced labour in Germany. The character of his activities change, he becomes part of the Francs-Tireurs et Particants (FTP) (snipers and participants) and is responsible for the safety of the comrades that have public appearances. As an FTP-FFI he is responsible for the safety of the Communist mayor, Raymond Barbet, during the liberation of Nanterre on August 21st, 1944 and then assists during the fall of the fortress Mont Valérien. Vincent is demobilised in June 1945. After the war he returns to Nanterre and takes up his former profession as a mechanic in the Simca factory. But he is fired in 1947. From 1954 to 1966 he is head of the department childhood and physical education. In 1966 he begins to work in the office of the Sports and Gymnastics Labor Federation (FSGT) until his retirement in 1980. Throughout this time he keeps up his activities as a local representative in the municipality.Today he is the president of the ANACR section in the Hauts-Seine department. He visits schools together with former deportees to relate his experience as a former resistance fighter.